[13° Intervista] Mauro Dal Bo, L'autore di Neldark

« Older   Newer »
  Share  
Pain Uzumaki
icon10  view post Posted on 12/2/2013, 14:07




Ciao quest’oggi abbiamo il piacere di poter porre le nostre classiche dieci domande anche all’autore di Neldark un bellissimo gioco di ruolo fantasy ambientato in un mondo barbarico e molto sanguinario, dove la vita è una conquista giorno dopo giorno. Un mondo quindi tratteggiato a fosche tinte e dove la vita spesso non è per nulla gentile, così come appunto le genti che lo abitano. Un mondo dove, citando l’autore stesso:

...i Negromanti non fanno quelle che fanno perché sono “cattivi”, ma perché è quello che sanno fare meglio!

Con questa semplice frase capiamo già che non è il solito gdr buonista dove nonostante ci possano essere guerre o odi razziali si può dire che tutto finisce spesso a vino e tarallucci! Ho avuto modo di leggerlo e che dire sono rimasto piacevolmente colpito sia dal sistema di gioco, che dalle immagini. Si perché quello che magari non sapete è che tutto il lavoro è stato svolto nel tempo da una sola persona che ha redatto sia la stesura, l’impaginazione e i disegni, e che disegni! Quando si parla che la grafica è tutto in un manuale Neldark si distacca nettamente da tanti altri giochi del suo settore proprio per la profondità e la bellezza delle tavole. La cosa che potrebbe stupire e che tale mole di lavoro ora si può scaricare liberamente dalla rete a questo sito. Passiamo però ora direttamente alle domande!

---

1. Ciao e grazie per averci dato modo di intervistarti. Inizierei con la più semplice delle domande: vorresti fare, per i nostri lettori, una tua breve presentazione oppure l’alone di mistero che circonda l’autore di Neldark deve rimanere :H: ?

Beh, in realtà Mauro Dal Bo non esiste, è un acronimo dato dalle iniziali dei veri autori di Neldark. I tre più bravi si sono meritati le maiuscole :H: . Scherzi a parte che dire? Poco, sono un illustratore autodidatta, che quando disegna tiene la testa a valle e le prealpi venete alle spalle. In passato ho lavorato con Paolo Parente, e bazzicato per qualche produzione animata italiana. Attualmente collaboro con la FFG, disegnando tavole per Deathwatch, Dark Heresy, Invasion, Only War e soprattutto Rogue Trader, ma non sono ancora riuscito ad estorcergli una copertina.

2. Ora iniziamo con le domande più serie (non ci sperare troppo...). Com’è nata la tua passione per i gdr? Di chi è la colpa?

Di un caro amico, io gli proponevo i miei giochi di strategia con chicchi di riso colorati al posto delle armate corazzate. Lui ha pensato di curarmi ed ora non mangio più riso.

3. Com’è nato il progetto di Neldark? Qual è l’esigenza o lo stimolo iniziale che ti ha spinto in questa avventura?

Un giorno mentre giocavo mi sono trovato a fianco un rozzo barbaro di qualche tribù del nord che mi spiegava il concetto di “democrazia”, il vecchio sciamano doveva avergli raccontato l’illuminismo francese. Dall’altra parte c’era un guerriero inesperto, gli avevano appena bruciato il villaggio e ucciso la famiglia, ma la sua preoccupazione era di affilare la lama del suo spadone e contare la razioni da viaggio. Avrei voluto andarmene, ma eravamo inseguiti da un “cubo gelatinoso”. Non so, ma in quel momento ho sentito qualcosa.

4. Quali sono le fonti, sempre se ci sono state, che ti hanno ispirato maggiormente nel tuo lavoro?

Quello delle fonti è sempre un gioco di indovinelli. Se il mondo è caldo e brutale allora le fonti sono queste, se è freddo ma opulento sono quest’altre e via dicendo.

Sicuramente negli aspetti estetici e rappresentativi ci sono alcuni riferimenti riconducibili a Howard, al mondo di Dune, Mad Max, di Nausicaa della valle del Vento e qualt’altro. Ma nei contenuti il vero riferimento è la realtà umana e la storia dell’uomo, con le sue contraddizioni, le sue violenze e le sue menzogne. Al centro di ogni vicenda c’è l’uomo, anche le entità più potenti sono subordinate all’uomo, ed ogni forma di potere sia essa la Negromanzia, La Sapienza e anche la Vocazione nasce dall’anima dell’uomo. Quindi fuori sembra un mondo semplice e scarno ma dentro è ricco di contenuti.


5. Ci sono stati momenti in cui hai detto le fatidiche parole: “fanculo chi me lo fa fare?” e sei stato tentato di mollare tutto?

Si, sono più numerosi delle pagine del manuale.

6. I disegni sono bellissimi e rendono molto bene le atmosfere del gioco. Quali tecniche usi per realizzare le tavole?

Per gran parte del tempo ho disegnato a matita. Adoravo le tavole a colore, ma non avendo fatto scuole a tema, trovavo che la pittura era come un muro invalicabile per me. Circa 7 anni fa’, Francesco Filippi, un autore d’animazione mi regalò una tavolazza grafica, per ringraziarmi dell’impegno svolto sul progetto di Rusty Red. L’attrezzo resto nel comò per due anni, poi un po’ alla volta iniziai il mio training, che non si è mai concluso. Da allora dipingo quasi esclusivamente al digitale, usando Photoshop, ma ho davvero ancora molto da imparare e non lo dico con falsa modestia; chi mi vede sbuffare sa che sono sincero.

7. Il sistema di Neldark è molto vasto e ha una marea di variabili, non solo nel combattimento, ma anche nel gestire gli incantesimi. Qual è la parte del regolamento che ti ha richiesto più tempo? Inoltre qual è quella di cui sei più orgoglioso?

In entrambi i casi il combattimento, nello specifico, l’idea di poter difenderti da un attacco in più modi, ma con un numero limitato di difese. Questo ti costringe a studiare bene le tue mosse. A volte è meglio accettare un colpo per non restare senza difese contro il nemico più pericoloso.

Ad ogni modo come dici te è un sistema articolato, e richiede di un po’ di materiale di supporto, soprattutto per agevolare la vita del master. Per questo nel blog sto cercando di inserire schede di png e liste di incantesimi già composti.

8. Per semplice curiosità come mai hai optato per la libera diffusione in rete?

Se avessi avuto quello scopo avrei agito in maniera diversa, cercando di creare un sistema di gioco più rivoluzionario, leggero e versatile, lasciando in secondo piano l’ambientazione; in ogni caso non so con quale risultato. Io invece volevo dare valore all’ambientazione, facendola conoscere in maniera facile e diretta, accompagnandola con un gioco che gli fosse funzionale, che desse la possibilità di interagire da subito con ciò che veniva descritto.
L’importante era dare un senso alla parola “Neldark”, per che non restasse l’ennesimo termine bizzarro inventato da qualcuno, ma sapesse rievocare col suo suono gli scenari, le atmosfere raccontate dalle immagini e le descrizioni presenti nel manuale.

Se riesci a produrre questo tipo di immaginario condiviso, allora sei riuscito a creare un patrimonio, e l’ambientazione diventa il terreno fertile per mille altri sviluppi, la base d’ispirazione da cui attingere per creare racconti, novelle e avventure per vari tipi di gioco. Non so se sono riuscito a spiegarmi.


9. In futuro ci saranno espansioni che andranno a rendere ancora più completo il mondo di Neldark?

Nel manuale si fa’ riferimento a diverse possibile espansioni, molti aspetti, sia dell’ambiente, sia del gioco non sono stati volutamente trattati. Tempo e risorse sono tuttavia limitati. Come spiegato nella risposta precedente l’idea è che l’ambientazione acquisisca un valore in sé, e che si arricchisca in futuro di dettagli, scenari e immagini, senza per forza restare collegata ad un gioco preciso.

Per quanto riguardo il regolamento, il discorso è più complesso. Per riuscire a realizzare delle espansioni avrebbe bisogno di una platea di giocatori affezionati :H: .

10. Ultimamente si legge spesso in blog specializzati, ma soprattutto in giro per la rete che il fantasy sia parecchio bistrattato oppure che sia diventato come un enorme calderone dove tutti si sentono in diritto di dire la loro. Tu il tuo contributo, sicuramente anche di bell’impatto l’hai dato. Possiamo chiederti una tua opinione in merito?

Ammetto che non sono molto informato su tutte le teorie che circolano. La mia idea a riguardo è piuttosto semplice: il fantasy è un contenitore, quindi l’importante è che ciò che contiene sia ricco, ricco di umanità innanzitutto, di sfaccettature e di possibilità. Non va bene che qualcuno si trovi dinnanzi a una strada già segnata, con molte porte chiuse ai lati e una inamovibile certezza che lo guida in ogni passo. Inoltre, quando proponi qualcosa è importante che tu l’abbia cresciuta, cullata e coltivata attentamente, alla fine potrà assomigliare a qualcosa che già c’è, ma non in realtà avrà un’anima propria. Così quando vai da uno e gli proponi le tue mele, e questo ti dice che sono come tutte le altre, tu gli potrai spiegare tutto di quelle mele, quanta acqua hanno ricevuto, di che sali sono ricche e via dicendo… finchè dopo un’ora quello se ne va... Molte spesso si trascura questo aspetto, si prende una mela la si dipinge di viola e si proclama la novità.

Noi ringraziamo Mauro Dal Bo che si è prestato a questa simpatica intervista e che dirvi alla prossima!!!
 
Top
0 replies since 12/2/2013, 14:07   487 views
  Share