[3° Intervista] Jari Lanzoni, Autore presso Wild Boar del gdr Il Mondo di Eymerich

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Pain Uzumaki
view post Posted on 20/9/2012, 14:12




Questa settimana abbiamo l'onore di ospitare Jari Lanzoni, autore presso la Wild Boar del gioco di ruolo “Il Mondo di Eymerich”, ma non solo autore anche di libri come i Portatori di Caos e altri romanzi. Oltre però a essere un autore è anche maestro d'armi e scherma medievale presso la Sala d’Arme Achille Marozzo. Per sapere cos'è “Il Mondo di Eymerich” vi rimandiamo a questo link dove c'è la nostra recensione.

1. Questa domanda forse te l'avranno posta in molti, quindi spero cambiando di posizione alle parole di cambiarne il senso! Comunque da dov'è nata l'idea di un gioco di ruolo su uno dei personaggi più singolari della letteratura italiana? Cioè perché proprio Valerio Evangelisti e il suo Eymerich, un inquisitore spagnolo senza scrupoli tra l'altro realmente esistito?

L’idea è nata con le premesse più semplici che ci si possa immaginare: amo molti i romanzi di Valerio Evangelisti, amo i giochi di ruolo, mi piace scrivere. Ecco cosa ha posto le condizioni per la nascita della Trilogia del Mondo di Eymerich, su cui lo stesso Valerio a un certo punto ha dato l’avvallo. Va poi fatta una leggera distinzione tra l’Eymerich di Evangelisti e quello reale, che a quanto è emerso ha avuto una vita non meno movimentata di quella del Magister dei romanzi.

Al di là di Eymerich, figura portante, volevo presentare il denso lavoro fatto da Evangelisti nel popolare un mondo su più piani temporali interlacciati e dipendenti tra di loro. Quindi venne scelto il medioevo oscuro, ben diverso dall’immagine “ripulita” presentata nelle rappresentazioni odierne, e il futuro da incubo da lui creato pregno di diversi concetti riscontrabili nella politica odierna e nei problemi irrisolti che le nostre culture si portano dietro.

Considerando un po’ Eymerich come il “Cthulhu” del proprio mondo, ossia l’elemento più noto e fondante, ho ben pensato di ambientare il gioco dopo la sua morte nell’anno 1399. Lo scenario europeo non potrebbe essere peggiore con l’insensata guerra dei cento anni che prosegue macinando generazioni intere, la chiesa spaccata da due papi entrambi avvoltolati al proprio titolo per motivi non certo spirituali, le campagne spazzate da orde di mercenari, irrazionalità fanatismo e superstizione al comando, una società in decomposizione e quel barlume di fantastico che contribuisce ad alimentare il focolare narrativo.

Che altro avrei potuto chiedere di più come scenario per un gioco?

2. Quante incarnazioni ha avuto Il Mondo di Eymerich prima di approdare all'attuale sistema di gioco? E ora a distanza di tempo ne sei ancora soddisfatto?

Diverse. All’inizio era basato sul di caratteristiche contrastanti di Fading Suns, poi provai il sistema a percentuali della Chaosium, poi venne richiesta la versione in d20 e infine decisi per il Sistema Escamotages. Sì, il sistema funziona, ma credo che semplicemente sia uscito “fuori tempo”, quando ormai i giochi on line sono diventati troppo preminenti rispetto alla nostra cultura ludica. Se fossi riuscito a pubblicare Eymerich all’inizio del progetto l’impatto con il pubblico di allora sarebbe stato diverso, ma trovare l’editore giusto richiese anni, anni in cui in alcuni momenti il progetto era messo da parte.

3. Il sistema di combattimento deriva dalle tue conoscenze reali di combattimento all'interno della scherma medievale che pratichi da anni all'interno dell'Associazione Marozzo di Bologna. Renderle in un gioco di ruolo è stato difficile o più facile di quanto si possa immaginare?

E’ stato facile, il difficile era sforzarsi nel non perdersi nelle descrizioni e nei tecnicismi, cosa in cui non sono certo di aver fatto un buon lavoro. Inoltre non tutti possono aver chiaro cosa sia un “Agente” e un “Patiente” in combattimento per cui a primo acchito il sistema non è facilmente digeribile. Ecco perché esiste un combattimento “base” e uno “avanzato” all’interno dello stesso manuale.

4. Un pregio e un tuo difetto che credi abbiano influito sul gioco in maniera più o meno diretta. Credi che sia successo?

Oh sì. La fretta. La dispersione. Questi influiscono spesso e sto imparando a tenerli a freno.

5. Attualmente oltre a continuare a dare mazzate ai Marozziani quali progetti hai in cantiere? Vedremo un altro tuo gioco di ruolo o ti sei dato alla narrativa?

Da circa 2 anni ho depositato Il Bestiario di Eymerich in Wild Boar, opera conclusiva della trilogia di del Mondo di Eymerich. Conto di vederlo pubblicato per il prossimo anno. Questa lunga attesa è in realtà dettata da ragioni diverse dal prodotto in sé e quindi non ci resta che aspettare.

Quando il Bestiario verrà pubblicato potrò tirare un lungo sospiro di sollievo: con un manuale base, un’espansione specialistica e il suo “manuale dei mostri”, il Mondo di Eymerich sarà un’ambientazione completa. Un trilogia coerente con un inizio e una fine. Visto il termine della saga in “Rex tremendae maiestatis” e l’attuale mercato ludico mi sembra una degna conclusione di progetto.

C’è poi un progetto ludico parallelo, ma su questo occorrerà lavorare ancora.

Di mazzate nel breve periodo ne darò poche, cambi di vita, di lavoro di obiettivi e un matrimonio imminente mi costringono a ridurre le attività di scherma a un gruppo di studio specifico su di un maestro d’arme (www.artediscrimia.it).

In cantiere ho “varato” il mio primo romanzo comico che sto spedendo a diversi editori, ieri ne ho finito un altro di ambientazione storica e entro fine anno voglio completare un romanzo apocrifo sul Mondo di Eymerich che ho iniziato e interrotto più volte. Terminato anche quel romanzo ci sarà spazio per progetti più “giovanili” che già ho nel cassetto, inclusa una webserie amatoriale. Come vedi le idee non mi mancano ma so già che schiatterò prima di aver scritto tutte le cose che ora e in futuro mi verranno in mente.

6. Parlaci, se lo ritieni opportuno, del tuo ultimo romanzo, Portatori di Caos. Cos'è che reputi ti abbia influenzato e quali altre opere hai voluto omaggiare?

Portatori di Caos nasce da un semplice gioco che fanno spesso gli autori di racconti: si prende un concetto abbastanza comune e lo si ribalta. Ho pensato allo stereotipo di mostri quali il Minotauro come elemento da affrontare per superare una prova, l’ho invertito e tutto il resto è venuto da sé.

E’ un po’ come se qualcuno si fermasse durante una campagna di Dungeons & Dragons e si chiedesse: “Ma perché diavolo ci sono labirinti pieni di mostri e tesori? Chi li ha costruiti? Quando? Come ha fatto e perché?”
Non volevo solo esprimere il concetto “ciò che non ti uccide ti rende più forte”, perché occorre anche capire quanto e perché tali ostacoli sono stati posti, farli rientrare il tutto in uno schema più grande. E poi c’è chi esce dallo schema e lo comprende. E’ la wild card che in genere nasce per caso, per un incidente o una circostanza non prevista dai costruttori dello scherma.

Per condurre il lettore al medesimo concetto ho utilizzato un gruppo di personaggi che, calati nell’ambientazione e nella cultura del loro mondo, sono limitati, grezzi. Vivono in un mondo violento, brutale e questo impedisce loro di essere maturi per comprendere la grandezza del segreto di N’il, quanto meno all’inizio.

Più che “omaggiare” ho voluto inserire un sacco di citazioni e di riferimenti storici pur parlando di un mondo fantasy, nel primo capitolo ho addirittura citato qualcosa della serie Gundam 0079. Ci sono un sacco di elementi che riguardano la scherma storica e il combattimento o idee su come si possono sviluppare alcuni concetti in un mondo che non conosce la parola scritta.

Trovi tutte le note sulla pagina apposita del mio sito web: http://viverealtrevite.wordpress.com/romanzi/note-storiche/

7. Per mera curiosità è più facile scrivere un romanzo o un gioco di ruolo?

Un romanzo. Il gioco di ruolo deve dare una visione a 360 gradi di un mondo e coprire qualsiasi (in realtà la maggiore parte) indirizzo che i giocatori vogliono dare alla storia. Un romanzo può avere una fase di ricerca e documentazione, ma i punti di vista dei protagonisti sono limitati, si segue una linea narrativa. E poi il manuale serve a condividere idee con cui altri giocano, nel romanzo sono io a giocare in prima e molteplice persona.

8. Quale delle tue creazioni ti ha reso maggiormente orgoglioso? Ti pongo questa particolare e curiosa domanda perché credo che a livello inconscio ogni autore abbia un "figlio prediletto", magari è quello che l'ha fatto sudare di più, magari invece è quello che è stato più semplice da comporre


Portatori di Caos. Credo di essermi spaventato io stesso. C’è il peggio degli uomini. Non c’è un lieto fine, non c’è una riscossa di diversi personaggi/gruppi/regni che si uniscono nello scontro finale contro un cattivo, non c’è epica, non c’è nemmeno tanta speranza. E’ un mondo prodotto dal lato peggiore degli uomini. Il prodotto finale è stato anche pesantemente censurato su richiesta dell’editore.

C’è poi una certa “endorfinica” soddisfazione per l’ultimo romanzo che ho appena terminato, di tono del tutto diverso. È dedicato al medioevo, all’ironia, ai sapori e al cibo.

9. C'è un episodio o un aneddoto che ritieni interessante legato alla tua esperienza di autore che vorresti raccontarci?

Certo, diversi, specie nella fase di ricerca di un editore per il Mondo di Eymerich, ma ovviamente i più gustosi non posso raccontarli.

10. Ultima domanda, ma non per importanza e poi potrai essere liberato dalla scrivania e da quella palla da galeotto. Come vedi il mondo editoriale italiano? Hai suggerimenti per i giovanotti che vogliono emergere?

Quale scrivania? Ho un EeePc che appoggio sostanzialmente ovunque. Leggere, leggere, leggere, non porsi grossi limiti, cercare di capire quale direzione prende la corrente in un dato periodo, non vergognarsi a scrivere anche prodotti commerciali, puntare molto sugli e-book, trovare anche altri media, divertirsi.
 
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